Grandi aspettative. Mobilitazioni come mai si eran viste a Milano.
Un’ubriacatura di massa, sgorgata, improvvisamente, da una situazione
caratterizzata da una “stanca”insopportabile, aumenta di giorno in
giorno. A gonfiare le vele, è il vento del cambiamento e
Milano si tinge di arancione ( il rosso, è colore troppo compromettente,
per quella borghesia milanese che si sta accingendo a prendere il potere).
Nessuna voce fuori dal coro.
Sembrava quasi un sacrilego criticare, specialmente, da sinistra.
Solo i Compagni di Comunisti-Sinistra Popolare di Milano mossero pesanti
critiche, principalmente, sulla fumosa posizione riguardo a EXPO 2015, ma
anche sull’ambigua ed inaccettabile difesa di Marzotto, che lo
Studio dell’Avv. Pisapia, insieme a quello dell’Avv. Ghedini, stava conducendo,
nel processo per omicidio colposo, contro la Marlane di Praia Mare (cs).
Successivamente, i fatti, non fecero altro che darci ragione.
A Luglio, nei due Comuni interessati da Expo 2015, ci si accinge a
sottoscrivere l’accordo di programma sull’utilizzo dell’area dopo l’evento.
Più avanti, ciò che emergerà, prepotentemente, sarà che una grande colata
di cemento farà contenti gli speculatori e la criminalità organizzata.
L’accordo, in definitiva, non farà altro che evidenziare, la totale
specularità, con i propositi di Formigoni e L. Moratti, mentre
sull’inquinamento dei terreni dei siti di Expo, nulla trapelerà e, ancor
peggio, il problema dell’infiltrazione della criminalità organizzata rimarrà
tabù.
In compenso, ora, si militarizza il territorio con l’invio dell’esercito in
zona Expo, senza neanche dare giusto preavviso alle Amministrazioni del luogo.
E’ passato poco tempo, da quando la sinistra indicò, come
esempio da seguire, l’impostazione politica delle Amministrative di
Milano che la portò a sedersi sugli scranni di Palazzo Marino,
identificandola, addirittura, come la testa di ponte per la cacciata di
Berlusconi .
Al Governo, oggi, ci ritroviamo, il super Mario Monti,
appoggiato, principalmente dal PD, oltre che da tutto l’arco costituzionale,
fatta eccezione della Lega e, solo ultimamente, dell’IdV e
Berlusconi non è stato cacciato dalla sinistra rediviva, bensì dai poteri forti
(più di lui) che lo hanno costretto alle dimissioni.
Monti Mario, proprio lui! L’uomo della provvidenza, più
propriamente, l’uomo della Goldman Sachcs, presidente della Commissione
Trilaterale, della BCE e prim’ancora, uomo della Comit e Generali, ma
soprattutto, uomo di spicco della FIAT.
Monti si è fatto le ossa alla FIAT!
Fece parte del suo CDA dall’età di 36 anni, all’età di 50 anni e
giustamente, i compagni dello Slai Cobas di Arese/Pomigliano, pongono
l’accento sul caso delle tangenti FIAT ( 1987, Monti era in CDA e FIAT ebbe in
regalo l’Alfa Romeo dall’IRI con Prodi presidente), su cui, perlomeno,
permangono alcuni dubbi.
Marchionne, Berlusconi, Monti da solo, Monti al Governo ( con l’appoggio di
Bersani), ma
è mai possibile che non si scorga alcuna relazione tra la questione a
monte e ciò che accade, anche se in sordina, nei meandri del territorio
nazionale?
Marchionne è colui che in modo del tutto incontrastato, con “il
collegato al lavoro” ( ricordate?) ha aperto, irreparabilmente, l’attacco
al contratto nazionale.
Monti, invece, è colui che, in nome dell’emergenza e con il
supporto della BCE sta portando a termine il lavoro, da tempo iniziato, che
culminerà, certo, con la distruzione di quel che resta dello stato
sociale e dei diritti del lavoro, per ricattare e rendere inermi i
lavoratori, affinché ritornino schiavi e assoggettati a questo capitalismo
criminale.
Ormai, non esiste alcun luogo, ne pubblico, ne privato, rimasto
immune da tale catastrofe.
Per esempio, a Milano, la primavera si è trasformata, velocemente, in un
rigido inverno, il cui vento gelido soffia inesorabile, lasciando dietro di se
dissesti che, se non corretti subito, potrebbero risultare irrisolvibili.
Le altisonanti promesse, lanciate in campagna elettorale, compresa quella
dell’eliminazione della precarietà dal Comune di Milano, con la quale, alla
casa della Cultura di via Borgogna, son stati incitati e, al contempo,
illusi un discreto numero di precari milanesi, soffiano ancora in quel
vento… Nel frattempo, però, sono stati assunti un consistente numero di consulenti
( tutti amici e amici di amici), per i quali sarà necessaria una spesa vicina
al milione di euro. Son lì senza aver partecipato ad alcun concorso,
quindi per nomina, disattendendo, oltre che le buone norme democratiche, anche
le buone intenzioni iniziali di valorizzazione delle risorse interne.
Che dire dei 400 rilevatori, assunti per le correzioni dei questionari
ISTAT che pur di lavorare, accettano il cottimo a 3 euro lorde a questionario,
senza neanche sapere quando verranno pagati.
Ed ecco che ritorna Marchionne col suo contagioso “modello Pomigliano” e
l’attacco al contratto nazionale, ma questa volta è il Comune di Milano, il
Comune della riscossa a metterlo in opera, contro i docenti dei servizi
formativi ( trovate il loro comunicato sulla bacheca di Proletaria), ma
ne politici, ne sindacati si accorgono di alcunché
La delusione serpeggia e non basteranno le pericolosissime piste ciclabili
per frenarla.
La prossima volta occorrerà porre più attenzione al “Gattopardo”
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