TORNARE TRA LA GENTE, RIPARTIRE DALLE LOTTE  -   

mercoledì 12 ottobre 2011

Lares



IL LAVORATORE 
CHE DIFENDE GLI ALTRI LAVORATORI
DIFENDE SE STESSO.

I lavoratori della Lares hanno superato un traguardo che non avrebbero voluto superare: oltre mille giorni di presidio senza una soluzione concreta; senza una via d'uscita alla condizione che è ormai quella di una gran parte dei lavoratori italiani. Senza un lavoro, senza un futuro! In questi mille giorni moltissime fabbriche hanno chiuso e mandato a casa migliaia di altri lavoratori. In questi stessi mille giorni quelli più fortunati, che hanno mantenuto il proprio posto, hanno visto peggiorare inesorabilmente le condizioni di lavoro, aumentato l'orario senza un corrispondente aumento del salario. In questo esercito di disoccupati che cresce di giorno in giorno,
chi ha la fortuna di trovare un nuovo lavoro, è costretto ad accettare condizioni tali che venti o trent'anni fa nessun lavoratore si sarebbe mai sognato di accettare.
E quelli che ci aspettano saranno tempi ancora più difficili in cui ai lavoratori verranno imposti altri sacrifici senza alcuna contropartita in cambio. Perché tutto questo non è l'effetto indesiderato della crisi, ma il rimedio con cui i padroni si illudono di mantenere i propri profitti. Perché lo scopo dei padroni non è garantire il lavoro e salari dignitosi, ma semplicemente fare profitti. 
Per questo diciamo che i padroni sono il problema, non la soluzione. Perché i padroni sono solo dei parassiti sempre più avidi e da loro i lavoratori non possono aspettarsi altro che maggiore sfruttamento.
Non saremo certo noi ad impedire progetti che cerchino di dare un sollievo alle famiglie dei lavoratori. Ma i problemi dei lavoratori della Lares sono i problemi di tutti i lavoratori, per questo la soluzione non può essere individuale o locale. 
Nella nostra società gli spazi per questo tipo di soluzione si sono chiusi da un pezzo. Nemmeno i lavoratori possono contare sulla magnanimità di qualche padrone un po più buono degli altri.
L'organizzazione è il presupposto per una soluzione collettiva. Solo l'organizzazione può trasformare la rabbia e l'indignazione per promuovere la realizzazione di un diverso progetto sociale e politico, perchè all'interno dell'attuale sistema capitalista per i lavoratori non esiste più alcun futuro che non sia di oppressione e sfruttamento.
Senza una propria organizzazione politica, i lavoratori finiscono per restare in balia e succubi degli inganni e delle truffe che di volta in volta i padroni e i loro politicanti ordiscono contro di essi.
L'isolamento accresce le difficoltà della lotta, ma bisogna essere consapevoli che l'unità va ricercata innanzitutto tra gli stessi lavoratori, e non con i rappresentanti politici dei padroni, capaci solo di dispensare promesse che non saranno mai mantenute.
Di fronte alle loro promesse, la risposta concreta dei lavoratori non può che essere una sola:

organizzazione!

È ora che decidi tu: scegli la libertà di lottare.
Per il potere dei lavoratori 
contro lo sfruttamento e l'oppressione.
Unisciti a Comunisti – Sinistra Popolare!





Comunisti – Sinistra Popolare
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